L’economia globale affronta da tempo due sfide particolarmente importanti: garantire la crescita e il benessere della società e, al contempo, ridurre al minimo l’impatto ambientale. Non è certo un caso che da tempo si affronti la tematica della cosiddetta sostenibilità ambientale.
Per affrontare tali sfide è fondamentale comprendere le differenze tra i due principali modelli economici fra cui si trova sospesa l’economia mondiale, quello tradizionale, ovvero l’economia lineare, e quello a esso antitetico, vale a dire l’economia circolare.
Il modello dell’economia lineare è, come accennato, quello tradizionale, basato essenzialmente su un processo di produzione e consumo che termina poi con lo scarto dei beni una volta che questi sono arrivati al termine del loro ciclo di vita, mentre l’economia circolare si propone come alternativa sostenibile, incentrata sulla riduzione degli sprechi e sul riuso e il riciclo dei prodotti.
Analizzare i pro e i contro dei due modelli è fondamentale per capire quale sia la direzione più vantaggiosa per l’economia globale e per l’ambiente.
Il modello di economia lineare
Il modello di economia lineare è quello che è stato dominante nel corso del XX secolo ed è tuttora quello principale.
Indubbiamente è stato un modello efficace dal punto di vista strettamente economico perché ha effettivamente generato moltissima ricchezza e prosperità.
D’altro canto ha comportato anche un’accelerazione senza precedenti del consumo di risorse naturali e una produzione abnorme di rifiuti.
È infatti un modello che si basa sull’estrazione continua delle materie prime, sulla produzione dei beni di consumo e sul loro smaltimento e ha generato una dipendenza insostenibile dalle risorse del pianeta che, come noto, non sono finite.
I suoi vantaggi sono essenzialmente due: la sua semplicità e la sua capacità di generare una produzione di massa a costi molto ridotti.
Non mancano purtroppo gli svantaggi: esaurimento delle risorse naturali, inquinamento e amento della quantità di rifiuti, cambiamenti climatici e crescente disuguaglianza.
Il modello di economia circolare
Come accennato l’economia circolare è un modello antitetico a quello dell’economia lineare. In questo modello, invece di “gettare” i beni al termine del loro ciclo di vita, si cerca di prolungarne il più possibile l’utilizzo attraverso strategie di riparazione (il cosiddetto ricondizionamento), riuso e riciclo. Esso è detto “circolare” poiché si ispira al ciclo naturale dove niente viene sprecato, ma piuttosto si trasforma.
Nel modello circolare, fin dall’inizio i prodotti sono progettati per essere più facilmente riparabili o riutilizzabili minimizzando la necessità di impiegare nuove risorse. Nei limiti del possibile, i rifiuti sono di fatto trattati come materie prime secondarie, limitando drasticamente la quantità di scarti destinati allo smaltimento.
I vantaggi dell’economia circolare sono molteplici: riduzione dell’impatto ambientale, creazione di nuovi settori economici (riciclo avanzato, rigenerazione dei materiali, produzione di beni durevoli).
In questo modello, più che di svantaggi, si deve parlare di difficoltà: implementare questo modello su larga scala richiede un cambiamento radicale non soltanto nelle politiche industriali, ma anche nelle abitudini dei consumatori, senza contare gli investimenti significativi che devono essere fatti per creare infrastrutture adeguate per il recupero e la trasformazione dei materiali.
Quali sono le opportunità offerte dal modello di economia circolare?
L’adozione su larga scala dell’economia circolare è secondo molti autori una scelta obbligata per garantire un futuro sostenibile. Detto ciò, essa è in grado di offrire interessanti opportunità economiche.
La creazione di filiere produttive basate sul recupero e sul riutilizzo delle risorse potrebbe portare alla creazione di moltissimi posti di lavoro e stimolare l’innovazione in numerosi settori.
L’Unione Europea e molte altre istituzioni internazionali stanno incentivando questo passaggio attraverso normative e finanziamenti dedicati, consapevoli che, nonostante inevitabili difficoltà, la sostenibilità ambientale può andare di pari passo con la crescita economica.
In definitiva, il passaggio da un’economia lineare a una circolare rappresenta una trasformazione indispensabile per garantire uno sviluppo duraturo, in grado di coniugare benessere economico e tutela dell’ambiente.