Negli ultimi anni è decisamente aumentata la consapevolezza riguardo ai limiti delle risorse naturali e all’impatto che le attività umane hanno sull’ambiente. Ciò ha gradualmente spinto i governi, le aziende e i privati a cercare modelli di sviluppo economico che fossero alternativi al modello di economia lineare, attualmente il più utilizzato.
Una risposta a questa sfida è il modello di economia circolare, che propone un sistema in cui il valore dei materiali, dei prodotti e delle varie risorse è mantenuto il più a lungo possibile con l’obiettivo di minimizzare la produzione e il conseguente smaltimento dei rifiuti.
Il tradizionale modello di economia lineare può essere così schematicamente riassunto: “estrazione di materie prime, produzione, distribuzione, consumo, smaltimento”. Questo sistema ha portato a un consumo eccessivo delle risorse e a una crescente produzione di rifiuti.
Il modello di economia circolare è completamente diverso e lo si può sinteticamente descrivere nel seguente modo: “estrazione di materie prime sostenibili, produzione responsabile, distribuzione efficiente, consumo consapevole, riuso, riparazione, riciclo, rigenerazione e reintroduzione nel ciclo produttivo”.
Utilizzando questo schema si minimizzano gli sprechi dei beni che sono arrivati a fine vita. In sostanza, nell’economia circolare, i rifiuti biologici tornano a far parte dell’ambiente naturale, mentre gli altri, quelli sintetici, sono sfruttati per la produzione di altri beni.
Vale la pena ricordare che per quanto i primi esempi concreti di applicazione del modello circolare risalgano agli anni Duemila, esso è stato teorizzato verso la metà degli anni Sessanta del secolo scorso.
È semplice adottare un’economia circolare?
Sarebbe superficiale affermare che è semplice realizzare un modello di economia circolare. In realtà non è così perché
in primis è necessario un cambiamento radicale nella mentalità dei consumatori e delle imprese. È indubbio che si siano fatti passi avanti in questo senso e che l’attenzione e la sensibilità verso le tematiche di sostenibilità ambientale siano notevolmente cresciute, ma occorreranno ancora molti anni per sostituire il tradizionale modello lineare.
Esistono anche ostacoli pratici; l’economia circolare richiede infrastrutture adeguate per la raccolta, il riciclo e il riutilizzo dei vari materiali e in molte zone del nostro pianeta le strutture sono inesistenti od obsolete e inadeguate.
Sono anche necessarie tecnologie innovative per trasformare i rifiuti in nuove risorse e questo richiede notevoli investimenti.
Si deve anche sottolineare il fatto che molte delle normative esistenti, pur non essendo state concepite per ostacolare l’economia circolare, non favoriscono la sua implementazione.
È quindi necessario intervenire in tal senso, ma questo non è certo sempre semplice o immediato.
Ciò premesso, nonostante ostacoli o difficoltà, la realizzazione di un modello economico circolare non solo è possibile, ma è anche necessaria poiché l’attuale modello lineare non è più sostenibile, sia per quanto riguarda le risorse, la cui richiesta è in progressivo aumento data la crescita demografica, sia per quanto riguarda l’impatto ambientale.
Come si può realizzare un’economia circolare?
Come si può realizzare un’economia circolare? Le strategie implementabili sono diverse. Tra i pilastri fondamentali di questo modello si devono innanzitutto citare la riduzione degli sprechi e la progettazione sostenibile. È ciò fondamentale progettare prodotti che siano duraturi, facilmente riparabili e, una volta arrivati alla fine del loro ciclo di vita, riciclabili.
Ciò può essere realizzato scegliendo accuratamente i materiali da utilizzare per la produzione e concependo un design che faciliti la sostituzione o la riparazione delle parti usurate.
È inoltre fondamentale promuovere il riuso e la condivisione (sharing). Promuovere il riuso significa sostanzialmente incentivare pratiche quali riparazione e rigenerazione dei prodotti (il cosiddetto “ricondizionamento”, sempre più comune) allungandone il ciclo di vita.
Con condivisione – o sharing – si fa invece riferimento a un modello di business che favorisce l’accesso a un determinato bene piuttosto che la sua proprietà. Gli esempi classici che si possono fare a questo proposito sono il bike-sharing e il car-sharing (quest’ultimo auspicabilmente con veicoli elettrici o comunque ibridi), due opzioni che possono favorire la riduzione del numero totale dei mezzi in circolazione e, conseguentemente, la riduzione dell’impatto ambientale associato al loro utilizzo.
Fondamentale per la realizzazione di un modello di economia circolare è la pratica del riciclo, grazie al quale i rifiuti possono essere trasformati in nuove risorse.
Naturalmente, affinché esso sia il più possibile efficace, è fondamentale che fin dall’inizio i prodotti siano progettati in modo tale da essere facilmente separabili e riciclabili. A tal riguardo, si può ricordare che molte aziende che operano nell’industria del packaging stanno sviluppando imballaggi monomateriale che facilitano il processo di riciclo.
Ovviamente, si dà per scontato che è necessario incentivare il più possibile (anche a livello legislativo) il ricorso alle energie da fonti rinnovabili (solare, eolica, idroelettrica, geotermica, marina, da biomasse ecc.).
Quali sono i principali benefici dell’economia circolare?
L’adozione di pratiche contemplate nel modello di economia circolare contribuisce in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra. La produzione di beni richiede energia e buona parte di essa deriva ancora dallo sfruttamento di combustibili fossili.
Allungando la vita dei prodotti e riciclando i vari materiali, si riduce la domanda di nuove produzioni, diminuendo così le emissioni. Si consideri, per esempio, che il riciclo dell’alluminio richiede fino al 95% in meno di energia rispetto alla produzione di alluminio primario, con una conseguente drastica riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
L’economia circolare favorisce anche la conservazione delle risorse naturali. Com’è noto, sia l’estrazione che la lavorazione delle materie prime hanno un impatto significativo sugli ecosistemi. L’economia circolare, promuovendo riuso e riciclo, contribuisce a preservare gli habitat naturali e la biodiversità. Un esempio molto banale: il riciclo della carta riduce la necessità di abbattere alberi.
La gestione efficace dei rifiuti riduce l’inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua poiché si ha una diminuzione delle quantità di rifiuti che finiscono nelle discariche e negli inceneritori. Il compostaggio dei rifiuti organici, per esempio, trasforma gli scarti alimentari (il cosiddetto “biologico”) in fertilizzanti naturali riducendo il ricorso a quelli chimici e, di conseguenza, l’inquinamento delle falde acquifere.
Esempi concreti di aziende e settori che adottano l’economia circolare
Si possono fare diversi esempi di aziende e settori che incentivano l’adozione del modello di economia circolare. Vi sono per esempio aziende del settore tecnologico che hanno sviluppato programmi di ritiro e rigenerazione dei dispositivi usati, offrendo incentivi ai clienti che restituiscono i loro vecchi prodotti.
Questi dispositivi sono poi riparati, aggiornati e rimessi in vendita, riducendo la necessità di produrre nuovi apparecchi e limitando l’impatto ambientale. Un esempio concreto è quello di Apple, che ha introdotto il programma di riciclo “Apple Trade In”, attraverso il quale i dispositivi dismessi vengono ritirati e riciclati da Apple in modo responsabile.
Nell’ambito della moda si può ricordare Patagonia, che promuove il riuso e la riparazione dei capi attraverso iniziative che permettono ai clienti di restituire indumenti usati per essere riparati e rivenduti come prodotti di seconda mano. Anche il marchio Stella McCartney utilizza materiali sostenibili e promuove processi produttivi a basso impatto ambientale.
Anche la multinazionale Procter & Gamble (P&G), nel settore dei beni di consumo, sta attivamente perseguendo iniziative concrete per promuovere l’economia circolare, con un focus particolare sulla riduzione degli sprechi, l’ottimizzazione delle risorse e l’educazione delle nuove generazioni.
Concludendo, l’economia circolare rappresenta una delle strategie più promettenti per affrontare le sfide ambientali ed economiche del nostro tempo. Ridurre gli sprechi, promuovere il riuso e il riciclo delle risorse e progettare prodotti sostenibili sono principi fondamentali che possono contribuire a costruire un futuro più sostenibile.